Con l’espressione “Femminicidio” si intende l’ omicidio della donna “in quanto donna”, ovvero l’ omicidio basato sul genere così come definito anche dalla legge n. 119/2013 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonche’ in tema di protezione civile e di commissariamento delle province”;
La Convenzione del Consiglio d’Europa di Instanbul del 2011, ratificata con legge 27 giugno 2013, n. 77 sulla prevenzione e la lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica, conferma la necessità di intervenire dal punto di vista normativo al fine di contrastare efficacemente il fenomeno sociale della violenza contro le donne e nella fattispecie dei casi di femminicidio;
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce che “ogni bambino ha diritto alla salute e a una vita priva di violenza”. Nonostante questo diritto sia stato sancito da numerose Convenzioni Internazionali e Leggi nazionali, in tutto il mondo ogni anno milioni di soggetti in età evolutiva sono vittime e testimoni di violenza fisica, sessuale, psicologica e sfruttamento.
Le risultanze cliniche e le ricerche svolte in tutto il mondo hanno dimostrato le conseguenze a breve, medio e lungo termine della violenza sulla salute, evidenziando danni fisici e psicologici, che impongono di attuare cure precoci, efficaci, integrate e specialistiche.
Nella maggior parte dei casi i femminicidi avvengono all’interno delle mura domestiche, in ambito familiare, o all’interno di relazioni sentimentali poco stabili per motivi di odio, disprezzo, piacere o senso di possessione della donna;
Secondo i dati dell’Eures (l’Istituto di ricerche economiche e sociali) che da anni dedica al fenomeno un osservatorio si tratta di una dvera e propria strage: dal 2006 al 2016 le donne uccise in Italia sono state 1.740 e di queste 1.251 (il 71,9%) in famiglia, 846 (il 67,6%) all’interno della coppia, 224 (il 26,5%) per mano di un ex compagno, fidanzato o marito. Nel 16,7% dei casi il femminicidio è stato preceduto da “violenze note”, l’8,7% delle quali denunciate alle forze dell’ordine.
Il triste primato spetta al Nord: lo scorso anno, il 53,4% dei femmminicidi si è registrato al Nord e di questi il 75,9% in ambito familiare. Tra queste la maggior parte sono giovani mamme. Legato indissolubilmente ai femminicidi vi è, dunque, il dramma degli orfani, vittime secondarie della violenza, figli che hanno perso la madre per colpa del padre (o del compagno, dell’ex compagno) assassino. Negli ultimi 15 anni il numero è salito fino a quota 1628, più del 40% dei figli ha assistito all’assassinio della madre, più del 50% non riceve sostegno psicologico e il 33% non riceve aiuti economici. Inoltre, più dell’80% dei figli è minorenne e nel 50% dei casi l’omicida si suicida lasciando i proprio figli orfani;
Gli orfani di femminicidio devono fare i conti con il trauma della violenza e del dolore spesso associato alla perdita contemporanea di entrambi i genitori, con conseguenti enormi conflitti interiori che li espongono a un elevato rischio di disturbo post-traumatico da stress, di suicidio, delinquenza, abuso di sostanze, depressione;
A questi disagi, si aggiungono la carenza di supporto psicologico e le ingenti difficoltà economiche, poiché spesso l’affidatario parentale o le famiglie che prendono a carico i bambini rimasti orfani non hanno le dovute coperture economiche e legali a causa di eccessive e penose lungaggini burocratiche; E’ necessario dunque individuare strumenti fondamentali per proseguire nelle politiche di prevenzione di questi esecrabili atti di violenza a tutela delle vittime;
la Camera dei Deputati in data 1 marzo 2017 ha approvato un disegno di legge, avente per oggetto “Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici “ e che in data 6 marzo 2017 è stato inviato al Senato, per la prosecuzione dell’iter di approvazione.
Nel 2018 il Governo Gentiloni ha approvato la legge 4. Un provvedimento che avrebbe dovuto offrire il sostegno dello Stato ai bambini e ai ragazzi rimasti orfani e aiutare le famiglie affidatarie a prendersene cura.
Dopo quasi due anni di attesa è stato firmato il decreto per sbloccare i fondi per gli orfani di femminicidio, manca solo il parere di rito del Consiglio di Stato
E’ necessario:
- operare, nel nuovo ed auspicato quadro giuridico, per un ruolo sempre più rilevante delle amministrazioni locali nella prevenzione e nella repressione sociale di tale fenomeno.