Disabilità

Disabilità

diasabilità-maria-caterina-manca
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Secondo l’OMS  si intende qualsiasi deficit di capacità funzionali (come conseguenza diretta  di  una menomazione o come reazione psicologica  ad una menomazione) , reversibile  o   irreversibile con conseguente restrizione o incapacità a svolgere un’attività rispetto a ciò che è considerata la norma,  pertanto il soggetto è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale (handicap)     

E’ persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione (comma 1).

Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente continuativo Globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità (comma 3).

disabilità

L’ OMS ha posto attenzione particolare sulle diversità con cui numerose patologie, un tempo ritenute tipicamente maschili, si manifestano nella popolazione femminile:

  • Diabete
  • Osteoporosi
  • BPCO/Asma
  • Malattia di Parkinson
  • Malattia di Alzheimer
  • Ulcera peptica
  • Depressione/Ansia
  • Tumore del Polmone
  • Infarto del Miocardio
  • Ictus Cerebri

L’età media delle donne esaminate (sia nelle commissioni geriatriche che internistiche) è di 73 anni circa, contro i 67 degli uomini

Le donne presentano un grado di disabilità maggiore dopo il primo evento ischemico rispetto agli uomini.

Nelle donne, specie se di età superiore agli 80 anni, gli esiti funzionali e la qualità di vita dopo l’evento ischemico anche a distanza di un anno sono nettamente peggiori.

Le donne mostrano una tendenza al recupero funzionale molto più lenta.